Vincipit

Il primo a partire vince Penso che sia un ricordo comune a tanti studenti, di ogni età: di fronte al foglio bianco del tema, ai miei tempi si chiamava ancora così, il problema era: come o da dove comincio? (questo anche quando devo riordinare la casa). Da maestra ho sentito più volte i miei scolari esclamare: 'Non mi viene l'incomincio'; ovviamente correggevo per dovere, ma ammetterete che 'l'incomincio' è bellissimo, più di incipit. Più bello forse del 'Che l'inse?', che forse non è mai stato pronunciato. Un noto proverbio recita che chi ben comincia è a metà dell'opra, non sarà proprio vero, ma una certa spintarella te la dà. Ebbene questo libro parla di 'incominci' celebri e ci gioca, insieme al lettore, in modo D&D (Dotto e Divertente). Cito, tanto per dare l'idea dello stile: 'Tutti i lettori felici si somigliano, ogni lettore è infelice a modo suo'. Capite che questo non è solo un bel rimando colto, ma una profonda verità, già qui potremmo fermarci a riflettere: qual è stata la nostra massima infelicità di lettori? Quale libro e autore se n'è reso colpevole? E per quali motivi? Un gioco quindi, ma un gioco serio, per giocare sul serio, infatti non solo propone quiz e indovinelli, ma stimola ad inventarne di nuovi. Un libro che si può lasciare e prendere, senza impegno, che si può leggere da soli o in compagnia, un allegro e intelligente compagno scacciapensieri oppure, se preferite, procacciatore di associazioni creative.
Sfogliando il libro
Chiamatemi Ismaele. Su quel ramo del lago di Como, nel mezzo del cammin di nostra vita, era una notte buia e tempestosa.
No, eh? Okay, d'accordo. Come se non avessi detto niente.
Ma… come iniziare un libro dedicato agli inizi? O, per dirla assieme a Hegel, "La questione da cui dobbiamo partire è questa: come cominciare?". [...] (nota di Gralli: anche il dotto Hegel aveva il suo problema di 'incomincio' come i miei scolari)
Hai ragione. Come "incipit degli incipit" quello che ho scelto è un forse un po' loffio; ma il fatto è che l'imbarazzo è sincero, e davvero vorrei trovare il modo migliore per avvincerti e irretirti in quest'avventura, che conta molti inizi possibili e spero non avrà una sola fine.[...]
Il libro che hai fra le mani, piuttosto, vorrebbe offrirsi a te come uno spunto per giocare con la letteratura, e magari darti l'occasione per inventare nuovi giochi.
Come dici? "Perché partire proprio dagli incipit?". [...] perché l'incipit è un' ouverture che rimane in testa, una frase (o un insieme di frasi) che nei casi migliori risuonano come uno sparo nella notte.
E accade spesso che gli scrittori sparino le proprie cartucce migliori proprio in quelle prime, poche righe [...].
L'incipit è un biglietto da visita, insomma, che l'autore può usare come un grimaldello per scardinare la nostra incredulità verso la storia che si accinge a raccontarci; ma è anche il nostro primo incontro con quella stessa storia, e se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, allora ogni incipit dovrebbe farci capire che aria tirerà nelle pagine su cui poseremo gli occhi da quel momento in avanti.
Italo Calvino, ad esempio, prima di farci intraprendere un viaggio in una notte d'inverno consigliava " Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell'indistinto" , evocando così lo stato d'animo con cui è bene avvicinarsi ad una storia, e al quale l'incipit dovrebbe predisporre nel migliore dei modi.
Flann O'Brien, un altro che senza dubbio sapeva come raccontare una storia, nelle prime frasi del suo capolavoro Una pinta d'inchiostro irlandese , raccontava come " L'idea che un libro dovesse avere un solo inizio e una sola fine, non mi convinceva. Un buon libro poteva avere tre inizi completamente diversi, collegati tra di loro soltanto nella prescienza dell'autore, e finire, se necessario, in trecento maniere diverse".
Insomma, l'incipit è una gran bella porta d'ingresso per entrare nel testo. Un'entrata trionfale. Oppure un fiasco clamoroso.
Ma non la facciamo tanto lunga, caro lettore; in questo libro troverai tantissimi incipit e un bel po' di idee per usarli come i mattoncini, belli e colorati, di un gioco di costruzioni del quale diverrai senz'altro gran maestro.
Quando sarai diventato un asso con i Vincipit potrai inventarne di nuovi, o dare le tue personali interpretazioni di quelli che hai trovato fra queste pagine.
Sono giochi che non prevedono limiti o divieti, ma ci chiedono solamente di rispettare coloro che li hanno scritti: tutti gli autori e le autrici che nel corso degli anni si sono presi la briga di raccontarci storie bellissime e scegliere per esse inizi altrettanto affascinanti.
VOGLIAMO PROVARE A GIOCARE?
Eccoti dunque un po' di quiz a risposte multiple, che dovrai affrontare con il giusto timore reverenziale, proprio come un esaminando che stia cercando di superare l'esame per la patente o un concorso per una cattedra da insegnante. Beh, no, non esageriamo: non è mission impossible . È solo un gioco! Nelle pagine seguenti troverai un buon numero di incipit tratti da altrettanti libri di autori diversi. Libri il cui vero titolo sarà stato confuso in mezzo ad altri due, che però (forse) non c'entrano nulla. Sei pronto? Allora cominciamo.
Ma ricorda: secondo la teoria generale della fiction, c'è solo una storia che funzioni veramente, e può sempre essere riassunta così: "le cose non sono quello che sembrano".
1. Sono un uomo malato... Sono un uomo cattivo. Un uomo sgradevole. Credo di avere mal di fegato.
A. Il ladro di merendine , Andrea Camilleri
B. Ho sempre voluto che ammiraste il mio digiuno , Philip Roth
C. Memorie dal sottosuolo , Fëdor Dostoevskij
2. Siamo a riposo, nove chilometri dietro il fronte. Ci hanno dato il cambio ieri; oggi abbiamo la pancia piena di fagioli bianchi con carne di manzo, e siamo sazi e soddisfatti. Anche per la sera ciascuno ha potuto prenderne una gavetta piena; inoltre, doppia porzione di salsiccia e di pane: tutto questo fa bene.
A. La dieta Dukan , Pierre Dukan
B. Niente di nuovo sul fronte occidentale , Erich Maria Remarque
C. La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene , Pellegrino Artusi
3. Quando si svegliava in mezzo ai boschi nel buio e nel freddo della notte allungava la mano per toccare il bambino che gli dormiva accanto. Notti più buie del buio e giorni uno più grigio di quello appena passato. Come l'inizio di un freddo glaucoma che offuscava il mondo.
A. Viaggio in Italia , Guido Piovene
B. Una cosa divertente che non farò mai più , David Foster Wallace
C. La strada , Cormac McCarthy
4. Abito a villa Borghese. Non un granello di polvere, non una sedia fuori posto. Siamo soli, e siamo morti. Ieri sera Boris si è accorto di avere i pidocchi. Gli ho dovuto radere le ascelle, ma il prurito non ha smesso. Come si fa a prendere i pidocchi in un posto bello come questo? Ma non pensiamoci. Non ci si sarebbe mai conosciuti così intimamente, Boris ed io, se non fosse stato per i pidocchi.
A. Tropico del cancro , Henry Miller
B. Roma senza papa , Guido Morselli
C. Le journal d'une femme de chambre (Le memorie di una cameriera) , Octave Mirabeau
5. Per definizione una caverna deve avere un'apertura grande a sufficienza da permettere a un uomo di entrare. La cavità può essere erosa dal vento o dall'acqua. Può essere profonda chilometri e chilometri. Ma deve permettere a una persona di entrare. Ed è questo che fa tanta paura di una caverna, che qualcuno possa entrarci.
A. Ferito , Percival Everett
B. La repubblica , Platone
C. La speleologia per grandi e piccini
6. Cazzo. Cazzo cazzo cazzo. Figa. Fregna, ciorgnia. Figapelosa, bella calda, tutta puzzarella. Figa di puttanella.
A. Il capolavoro sconosciuto , Honoré de Balzac
B. Ricordi di un'educazione cattolica , Mary McCarthy
C. Porci con le ali , Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice
7. Acido. Pizzichi di luce, ronzio.
Echi di colpi che rimbalzano da una parete all'altra del cranio, immenso come un solaio.
Luce violenta. Credo che gli occhi siano aperti. Bianco. Li chiudo, li riapro, il bianco diventa grigio chiaro, torna bianco abbagliante. Un bruciore secco mi ustiona la gola e interrompe le esplorazioni.
Rosso, con piccoli scoppi gialli, cataclisma di un colpo di tosse. Tutti i dolori raccolti dalla memoria crepitano in scosse che affiorano vibrando, mordono la pelle, tornano nel buio. La testa, le braccia, le gambe, il petto... la gola, soprattutto. No, è il fianco. Credo il sinistro. C'è tutto. Mi sento tutto. E vivo.
Un flusso stridente, poi un'onda di suoni grotteschi. Si ripetono, assomigliano a una voce. Ho voglia di ridere.
A. Puerto Escondido , Pino Cacucci
B. Una testa mozzata , Irvine Welsh
C. La teoria dei colori , Johann W. Goethe
8. Mi buttarono fuori dal camion verso mezzogiorno. C'ero saltato sopra la notte, giù al confine, e appena steso sotto il telone, nel fieno, mi ero addormentato. Sonno ne avevo un bel po', dopo tre settimane a Tijuana, e dormivo ancora quando si fermarono a uno slargo per far freddare freddare il motore. Videro spuntare un piede e mi tirarono giù. Provai a cavarmela con qualche frottola, ma come parlare al muro: sicché fine della corsa. Però mi diedero una sigaretta, e mi incamminai sulla strada in cerca di qualcosa da mangiare.
A. Il postino suona sempre due volte , James M. Cain
B. Guida galattica per autostoppisti , Douglas Adams
C. Lo scroccone , Jules Renard
9. Attento. Tieni la testa a posto: ti servirà. La città in cui ti conduco è vasta e intricata, e tu non ci sei mai stato prima. Puoi immaginare, da altre storie che hai letto, di conoscerla bene, ma quelle storie ti hanno illuso, accogliendoti come un amico, trattandoti come se fossi uno del posto. La verità è che tu sei un alieno, in tutto e per tutto, arrivato da un altro tempo e da un altro luogo.
Quando ho catturato il tuo sguardo la prima volta e tu hai deciso di seguirmi, probabilmente pensavi di arrivare qui e sentirti a casa. Ma adesso ci sei davvero, in quest'aria fredda, tagliente, trascinato nell'oscurità più nera, e inciampi su un terreno accidentato, senza riconoscere nulla. Scrutando a destra e a sinistra, strizzando gli occhi contro il vento gelido, ti accorgi di aver imboccato una strada sconosciuta di case buie piene di gente sconosciuta.
A. Milano in tasca. Guida pratica alla scoperta della città
B. Il petalo cremisi e il bianco , Michael Faber
C. La trilogia della villeggiatura , Carlo Goldoni
10. Che resta di tutto il dolore che abbiamo creduto di soffrire da giovani? Niente, neppure una reminiscenza. Il peggio, una volta sperimentato, si riduce col tempo ad un risolino di stupore, stupore di essercela presa per così poco, e anch'io ho creduto fatale quanto poi si è rivelato letale solo per la noia che mi viene a pensarci. A pezzi o interi non si continua a vivere ugualmente scissi? E le angosce di un tempo ci appaiono come mondi talmente lontani da noi, oggi, che ci sembra inverosimile aver potuto abitarli in passato.
A. Re del porno. L'autobiografia del più grande attore hard , John Holmes
B. Seminario sulla gioventù , Aldo Busi
C. Le confessioni di Sant'Agostino , Agostino d'Ippona
11. Erano pressappoco le undici del mattino, mezzo ottobre, sole velato, e una minaccia di pioggia torrenziale sospesa nella limpidezza eccessiva là sulle colline. Portavo un completo blu polvere, con camicia blu scuro, cravatta e fazzolettino assortiti, scarpe nere e calzini di lana neri con un disegno a orologini blu scuro. Ero corretto, lindo, ben sbarbato e sobrio, e me ne sbattevo che lo si vedesse. Dalla testa ai piedi ero il figurino del privato elegante. Avevo appuntamento con quattro milioni di dollari.
A. Vita standard di un venditore provvisorio di collant , Aldo Busi
B. Essere uomo. Guida allo stile , Glenn O'Brien
C. Il grande sonno , Raymond Chandler