Orfeo

02.03.2025

NOTA Questo volume fa parte del catalogo di PELAGO una piccola raffinatissima casa editrice digitale, che vanta saggi di vario genere, storia, scienza, mito, letteratura, tutti con la curatela di studiosi di prim'ordine e, cosa che non guasta, di prezzo contenuto. Questo in particolare, dedicato al mito di Orfeo, è curato da Roberto Mussapi e si avvale dell'introduzione di Giulio Guidorizzi e per la parte artistica del commento di Salvatore Renna. I volumi dedicati al mito sono strutturati in tre sezioni: una introduzione, il racconto del mito, e le variazioni, ovvero le interpretazioni artistiche (arti visive, letteratura, musica) che esso ha suscitato. Si tratta di volumi snelli, ma esaustivi per avere una prima conoscenza ed eventualmente lo stimolo ad approfondire. Testi veramente preziosi per il rigore filologico, ma di godibilissima lettura, decisamente superiori alle varie volgarizzazioni che sfruttano il fascino del racconto mitologico per meri fini commerciali. La versione originaria, cartacea faceva parte di una collana distribuita in edicola. I volumi non sono più disponibili, qualcosa può trovarsi nell'usato. 

Versione digitale

ILTESTO Orfeo è noto soprattutto per essere stato un poeta cantore (la poesia in antico era cantata non solo recitata) dalla straordinaria abilità, in grado di commuovere gli umani, di ammansire persino le belve più feroci e financo di smuovere i sassi. Notissima la sua discesa agli Inferi, per grazia divina, per liberare la sposa morta Euridice, impresa che non andò a buon fine e che ispirò artisti e musicisti di cui si parla nel libro. Meno nota al grande pubblico, è la figura di Orfeo come mitico fondatore dei Misteri Orfici. Un libro prezioso che con la bellezza del contenuto affascina il lettore fornendogli al contempo elementi culturali di grande valore. 

Sfogliando il libro

Dall'introduzione di Giulio Guidorizzi
Nella figura di Orfeo convergono due aspetti: uno letterario e uno religioso.
A partire dai commoventi versi di Virgilio e Ovidio egli appare come l'amante fedele e sventurato, segnato da un doloroso destino, che cerca invano di ricondurre alla vita la sposa Euridice, morsa da un serpente velenoso.
L'aspetto più noto del suo mito è infatti la discesa agli Inferi. Col suo canto Orfeo ammansì Cerbero che custodiva le porte dell'Ade, penetrò tra i morti dove affascinò chiunque lo sentisse: le ombre dei morti piangevano, i mostri dell'oltretomba si bloccarono immobili, e allora per la prima e unica volta si videro scoppiare a piangere le Erinni. Anche gli implacabili signori degli Inferi, Ade e Persefone, si commossero e consentirono che la sposa ritornasse tra i viventi, a condizione che Orfeo non le rivolgesse lo sguardo sinché non fossero usciti dall'Ade. Così Orfeo partì, seguito da Euridice: ma (come tutti sanno) non resistette alla tentazione di voltarsi, forse perché Euridice lo chiamava, forse perché fu preso dall'improvvisa ansia di perderla; così la sposa finì risucchiata per sempre tra i morti. Un gesto misterioso, inspiegabile, che suggerisce l'esistenza di leggi inevitabili che un essere umano non può forzare. Orfeo tentò di tornare a riprenderla, ma questa volta le porte dell'Ade si rifiutarono di aprirsi. Perché Orfeo si voltò? Questo è il mistero della sua storia; si potrebbe dire che chiunque, anziché guardare verso la luce che brilla dinnanzi, si volga alle tenebre che ha dietro le spalle, finisce inesorabilmente per essere risucchiato dall'abisso. 

Versione cartacea

Orfeo partecipò anche alla spedizione degli Argonauti: non portava armi, ma solo la cetra con cui calmò le onde in tempesta e gareggiò col canto delle Sirene. Sulla prua della nave Argo, è descritto mentre racconta le storie sulle origini dell'universo: «cantava come la terra, il cielo, il mare all'inizio connessi in un'unica forma, si separarono e occuparono spazi diversi, e come nel cielo abbiano un ritmo immutabile ed eterno le stelle e i cicli della luna e del sole» (Apollonio Rodio, Argonautiche, 1, 496-500). È dunque anche un teologo, che conosce i segreti dell'universo e le storie sull'origine degli dèi e del mondo: a suo nome circolavano varie "teogonie orfiche" che descrivono descrivono una cosmogonia particolare, in molti aspetti diversa da quella ufficiale.