Non sprecate!

24.03.2025

 Questa settimana, tra rischi di guerra e gli annunciati dazi di Trump, il Tarlo vi suggerisce un volumetto di utili consigli pubblicato nel 1941, o meglio nell'anno XIX dell'era fascista, secondo anno della guerra in cui l'Italia era stata sventuratamente trascinata

La maggior parte degli italiani, già provata dalle "inique sanzioni" deliberate dalla Società delle Nazioni in risposta all'aggressione dell'Etiopia, si trovava ora a tirare davvero la cinghia.

Sono interessanti, in proposito, le "veline" mandate da parte del Ministero della cultura popolare (il famoso MINCULPOP), su diretta supervisione del Duce.

Il 14 febbraio 1940 si avvertiva che: Gli opportunissimi articoli di competenza medica sulla bontà di una alimentazione più sobria e leggera, specie nelle età anziane, non vanno mai e in nessun modo posti in correlazione con ragioni di autarchia, di economia dei consumi, ecc..

Il 30 settembre dello stesso anno si disponeva che: A nessuno venga in mente di raccontare che in fondo il burro fa male alla salute, che l'olio è indigesto, ecc. Dire che si tratta di sacrifici sopportati molto serenamente. Non insistere a discutere di pane integrale e a riparlare dei provvedimenti adottati.

Il 28 novembre si ribadiva: Astenersi dall'illustrare la bontà del pane con la nuova miscela, anche dal punto di vista igienico sanitario.

Il 26 novembre 1942 si disponeva di: "Ignorare la relazione dell'Accademia di Medicina di Parigi sulla bontà della carne dei topi."

Ma, a volte, gli stessi giornali di regime rischiavano di pubblicare notizie controproducenti e allora bisognava correre rapidamente ai ripari, come il 4 maggio 1942, quando il giornale Autarchia e commercio (organo della Confederazione fascista dei commercianti) molto inopportunamente ha pubblicato una statistica di quanto gli italiani sono dimagriti in seguito alle restrizioni."[1]

Altre "veline" riguardavano il tema delle code dinanzi ai negozi di alimentari, di cui non bisognava occuparsi in alcun modo.

Francesco Flora, nel libro "Stampa dell'Era fascista", commentando queste disposizioni, narra un episodio tipicamente napoletano che vale la pena riportare:

A Napoli, un giorno, innanzi ad una panetteria c'era doppia e lunghissima coda: due guardie governavano l'entrata. E una popolana prese ad inveire contro Lui (cioè il Duce): - Ma "Isso" mangia il pane bianco, "Isso"; non fa la fila lui il fetente, il gran chiavico! - A queste parole una delle guardie si fa avanti minacciosa; Credete che io non abbia capito con chi l'avete? - Io l'ho con mio marito - risponde la donna. E per il momento la cosa sembra finita. Ma quando dopo un'ora giunge il turno di colei che protestava, la guardia, indicandole la soglia, la invita con queste parole: - Donna Rachele trasite; entrate -.

[1] I testi delle disposizioni del Ministero della cultura popolare sono tratti dal libro di Fausto Coen, "Tre anni di bugie", pubblicato da Pan Libri nel 1977.

Ma torniamo al nostro volumetto di utili consigli, alcuni dei quali andrebbero letti soprattutto dagli attuali negazionisti dello spreco energetico e dell'inquinamento, a partire da alcuni dei motti che si leggono in fondo alle pagine:

L'anonimo autore ci ricorda che 6 centesimi al giorno sprecati da ogni italiano rappresentano per il Paese la perdita di 1 miliardo di lire all'anno e ci invita a fare attenzione a ciò che viene gettato nelle immondizie: stracci, spaghi, carta, ossa, gusci d'uovo, scatolame, foglie di ortaggi, bucce, gusci, noccioli, ecc. TUTTO PUÒ ESSERE UTILIZZATO.

Ci viene ricordato che È inutile riscaldare una stanza se le finestre hanno delle filature d'aria. Per evitare spreco di calore, e quindi di combustibile, mettere sul davanzale o lungo la finestra, nelle parti da cui penetra la corrente di aria fredda, dei salamini di stoffa (che possono essere fatti di vecchi ritagli) ripieni di segatura asciutta o di sabbia.

Quando la caldaia del termosifone è accesa male, dal camino esce fumo nero. È un fumo che contiene minutissime particelle di carbone, le quali non vengono utilizzate e trasformate in calore.

Quando il combustibile non brucia bene dà poco calore e produce molto fumo.

Il volume si sofferma sulla necessità di non sprecare il cibo, soprattutto il pane:

Per quanti riguarda altri prodotti consiglia:

Utilizzazione delle bucce di patate.

Le bucce di patate servono per detergere bottiglie e per lavare lavandini di maiolica.

Si utilizzano come mangime per polli e per conigli.

Gusci di uovo.

I gusci di uovo tritati sono un'ottima aggiunta al mangime per i polli, per conigli, maiali, vitelli. Contengono dei sali di calcio che concorrono alla formazione delle ossa.

GUSCI POLVERIZZATI E IMPASTATI CON ALBUME danno un ottimo mastice per incollare porcellane.

Spezzettati servono per pulire le bottiglie. […]

Utilizzazione delle bucce d'arancia.

- con la parte bianca si detergono bagni e lavandini;

- seccate servono come combusti-bile;

- seccate e macinate sostituiscono la pomice.

Bucce d'arancia e di mela si fanno seccare e si conservano in vasi di vetro e in scatole di latta per i seguenti usi:

si mettono un po' a rinvenire nell'acqua tiepida, si immergono nella pastella per dolci, si friggono e si spolverizzano di zucchero:

si ottiene un'ottima bevanda prendendo delle bucce secche di mela o di arancia, sulle quali si versa dell'acqua bollente, e poi si lascia il tutto in infusione. Volendo si può aggiungere un po' di rum.

Con le bucce di arancia si può fare un dolce: l'aranciata sarda. Si taglia la parte gialla in filetti sottilissimi, che si tengono a bagno per tre giorni, cambiando l'acqua tre volte al giorno. Poi si mettono in un tegame con eguale peso di miele; si tengono sul fuoco finché questi filetti si sono caramellati, aggiungendovi, all'ultimo momento, delle mandorle tostate e tagliate a pezzetti.

Le bucce di limone, mandarino e arancia si possono utilizzare per fare un liquore. Si taglia leggermente a fettine la sola buccia esterna, senza bianco che darebbe un sapore amaro; queste fettine si mettono in infusione in una bottiglia contenente alcole puro o acquavite; si lasciano in infusione per almeno due mesi, si filtra poi il liquido e vi si aggiunge uno sciroppo di acqua e zucchero. Bisogna usare bucce di limone e di mandarino, oppure d'arancia e di limone, mai mandarino e arancia assieme.

Caffè di vinaccioli.

I vinaccioli dell'uva sono un ottimo surrogato del caffè; si lasciano a bagno per alcune ore, si fanno asciugare, si tostano e si macinano.

Le ultime pagine del libro sono dedicate a un Ricettario autarchico. Il vostro Tarlo vi propone la prima ricetta; le altre potrete sperimentarle scaricando il volume in rete, all'indirizzo:

https://www.nonsprecare.it/wp-content/uploads/2012/12/Non_sprecate1.pdf

Il Tarlo vi raccomanda, nell'incertezza del futuro, di cominciare a comprare prodotti italiani (o almeno europei) come raccomandavano i seguenti manifesti: