Maramao

11.02.2025

 Maramao perchè sei morto/nel meriggiare pallido e assorto (cit.)

Parodie, nonsense, giochi di parole, bizzarrie letterarie di ogni genere, di questo mi son sempre dilettata e ancor più adesso con l'avanzare dell'età, e con le nubi scure che minacciano i nostri orizzonti, là nel vasto mondo.
Ogni tanto si ha bisogno di ritrovare il guizzo impertinente dell'adolescenza; il gusto dello sberleffo verso la seriosità dei mostri sacri; la risata che da sempre, come si sa, fa buon sangue. Ma soprattutto di esercitare quel tanto di autoironia che ci impedisca di diventare vecchi brontoloni.
Queste bislaccherie, peraltro prodotte da serissimi studiosi, non solo rinfrancano lo spirito, ma svolgono un'importante funzione epistemologica, perché forniscono nuove prospettive di osservazione della realtà. Posseggono inoltre un valore etico, perché mostrano le storture e le ipocrisie della società.

L'autore: una figura davvero eccezionale ed eccentrica di intellettuale, docente universitario di letteratura inglese, studioso capace di affrontare temi non tradizionali (l'osceno, il sogno, la parodia, l'erotismo, l'ironia, ecc.).

Da Wikipedia alla quale rimando https://it.m.wikipedia.org/wiki/Guido_Almansi

Il titolo: si spiega da sè.

Il libro: brevi, graffianti parodie, anche oscene, di testi consacrati dalla cultura o popolari. Perfido e godurioso.

Sfogliando il libro

Considerate la vostra scemenza
Fatti foste a viver come bruti
Non per seguir virtute e conoscenza.
(L'ho riportato com'era, Dante scrive canoscenza)


La vespa Teresa

La vespa Teresa
Avea tra l'erbetta
Al volo sorpresa
Gentil farfalletta.
E tutta giuliva,
Pungendola viva,
Gridava a distesa:
- L'ho presa, l'ho presa -
A lei supplicando
L'afflitta gridò: - Vivendo, volando, Che male ti fo? -
-Tu sì mi fai male
Crudele animale.
Deh, lasciami, anch'io
Son figlia di Dio-
Pur scosse la spalla
Teresa e arrossì.
Guardò la farfalla
E poi l'inghiottì.

Il vispo dottore

Il vispo dottore
Avea tra i pazienti
Al volo sorpreso
Gentil iperteso.
E tutto giulivo
Volendolo vivo
Gridava importuno:
- Digiuno, digiuno! -
A lui supplicando
L'afflitto gridò:
- Bevendo, mangiando,
Che male ti fò?
Tu sì mi fai male
Proibendomi il sale.
Deh, lasciami, anch'io
Son figlio di Dio -.
Confuso, il dottore
La dieta allentò.
Concesse leccornie.
E quello schiattò.

Parodia delle prime due strofe di La donna è mobile da Rigoletto

Il maschio è immobile
Piombo in bonaccia
In voce e in cerebro
Segue una traccia
È sempre orribile
Suo ceffo altero
Ghignante e querulo
È veritiero

L'originale
La donna è mobile
Qual piuma al vento
Muta d'accento
E di pensiero
Sempre un amabile
Leggiadro viso
In pianto o in riso
È menzognero

Provate a cantarle, le strofe parodiate si intende.

Si sa chi va al mulino si infarina, ho voluto perciò provare anche io a produrre una modesta bizzarria letteraria, un sonetto che spiega la mia predilezione per queste composizioni. Queste le sensazioni che mi ha dato il volumetto che segnalo.

UN PO' PER CELIA, UN PO' PER NON MORIRE

Un po' per celia, un po' per non morire.
Non tremito d'amor quel che mi spinge,
ma di trista vecchiezza l'apparire.
La giovinezza, che' l belletto finge,
altro non è che ridevol inganno.
È chiaro allor ch'affidarsi conviene
a quei volumi che cor lieto fanno.
Torno fanciulla e spezzo le catene
che la mia gioventù tengono avvinta.
Del mondo svelan il sembiante arcigno:
ridente burla che giammai fu vinta.
Galeotto fu il libro che benigno,
col riso suo, di buon umor m'ha cinta
dissolvendo del mal il cupo ghigno.