Ma il cervellone, sarà anche poeta? 10

Selfie dell'Intelligenza Artificiale
Signora Intelligenza Artificiale, si accomodi, favorisca il libretto. Grazie. Bella foto, un selfie suppongo. Bene, cominciamo l'esame. Verifichiamo la sua preparazione. Prima prova: comporre un sonetto sulla primavera.
La primavera bussa ai nostri cuori
Con tenue carezza di luce dorata,
Dai rami fioriscon mille colori,
E la terra si veste di gioia incantata.
L'aria s'empie di canti, dolci amori,
Nel vento danzan foglie ormai rinata,
Sorge speranza tra l'erbe e gli odori,
La natura sorride, mai più gelata.
O dolce stagione di vivi splendori,
Porti calore a vita innamorata,
Rivivi in noi antichi, forti ardori.
Primavera, promessa appena nata,
Sei l'arte che ispira i più bei tesori,
L'eterno ciclo della terra amata.
Tecnicamente corretto, due quartine, due terzine, endecasillabi, rime alternate. Ma il contenuto! Lei soffre di una forma acuta di sindrome del poetico! Cuori, canti, dolci amori, mille colori. Sono sintomi preoccupanti!
Passiamo oltre vediamo come se la cava con la grafica.

Non se ne abbia a male, ma guardi un po' qua: è un dipinto del 1920 di Henri Martin, un pittore nemmeno troppo famoso. Dovessi scegliere per il mio salotto...

Le do un'altra possibilità, provi con un'immagine meno convenzionale.

Mi perdoni, ma sembra un quadro fatto con i marshmallow, starebbe bene nella vetrina di una pasticceria! Non per insistere, ma si può fare di meglio! Per esempio questo, di Gustave Loiseau (1865-1935), sconosciuto, ma con una sua dignità.

Forse non ci siamo capite, riscriva un sonetto, scherzoso questa volta, sulla primavera.
Oh, dolce primavera, stagione amata,
Con il tuo canto d'uccelli spensierati,
Porti il polline e nasi congestionati,
E ai campi verdi fai guerra ostinata.
Tra le gemme che sbocciano alla vista,
Si nascondon le ortiche, traditrici,
E le api ronzano come spie malefiche,
Pronte a punir chi ai prati s'avvicina, tristi.
Le giornate si allungano, un dono, pensi?
Ma ahimè, scattano orari più pressanti,
E il sole bacia pelli con ardore immenso.
Primavera, inganno dai modi eleganti,
Sotto il tuo manto di fiori d'incenso,
Nascondi dilemmi per noi, litiganti.
La metrica inciampa qua e là, ma è migliore dell'altro, le riconosco un certo senso dell'umorismo, tanto da strappare un sorriso.
Riproviamo con le immagini. Le darò un'indicazione più precisa: primavera alla maniera di Marc Chagall.

No, non ci siamo. Certi falsari sanno fare meglio! Questo è Chagall, vede?

Con Picasso andrà meglio? Proviamo!

No, no, no! Va bene che Picasso ha avuto un periodo blu, uno rosa, ma non è così che vanno intesi! Questa è una primavera di Picasso!

Voglio venirle incontro, Dalì?

Credo proprio che lei sia un caso disperarato! Non basta un orologio per fare un Dalì!
Salvador Dalì Il primo giorno di primavera 1929

Ultimo tentativo: Mondrian.

Ma le pare che una vetrata a quadretti sia sufficiente a fare un Mondrian?

Mondrian un melo in fiore lo vedeva così
Mi spiace signora IntArt, ma lei non ha superato l'esame. I colleghi docenti mi dicono che nelle materie scientifiche e in logica matematica abbia fornito prove eccellenti, e non stento a crederlo; so che lei possiede conoscenze enciclopediche di tutto lo scibile umano, ma vede, l'arte è un'altra cosa, non è fatta solo di nozioni o di tecnica (peraltro anche in questa in certi settori, lei non brilla). Non mi fraintenda, nulla a che fare con lo spirituale, che è un concetto vuoto, che non vuol dire nulla. Il fatto è che questo povero cervello umano ci ha messo milioni di anni a formarsi; non è perfetto, per carità, ma è stato messo alla prova dalle dure leggi della selezione naturale, per questo ha acquisito una certa duttilità che lei ancora non possiede. Lei è cresciuta nei protetti laboratori di ricerca, non ha dovuto affrontare i predatori della savana; il suo cervello si sta formando grazie a quello del pipede implume Homo, sulla base di quello che lui ci mette dentro, ma l'insegnamento fra umani è cosa diversa: ci hanno sempre raccomandato, a noi insegnanti, di non usare l'imbuto per riempire la testa degli allievi, ma di stimolarli a pensare, a collegare in modo creativo le cose: imparare è una grande metafora in grado di unire le cose più disparate e lontane per formare qualcosa di nuovo. Chissà, forse ci riuscirà anche lei un giorno. Nel frattempo speriamo che lei colmi il suo debito di gratitudine per chi l'ha creata con un fattivo aiuto, poiché il cervello umano non è veloce né capiente come il suo, e anziché sostituirsi agli umani lei possa fare in modo che la loro conoscenza si accresca. Resti sempre un formidabile strumento al servizio della civiltà. Lo so che non dipende da lei, ma è d'uso dire "a nuora perché suocera intenda".