Le galline pensierose

29.01.2025

Fino a poco tempo fa, mio nipote affliggeva quotidianamente e ripetutamente tutti i membri della nostra famiglia-tribù con un tormentone: a chi piacciono le galline? Fin da piccolissimo ha manifestato uno spirito bizzarro, con una forte propensione all'umorismo surreale, ma come si dice, il troppo stroppia, e alla risata per la battuta originale, quale che fosse, seguivano, causa la reiterazione, l'esasperazione del parente preso di mira ed esplicite minacce di ritorsioni violente.
Non abbiamo mai capito il motivo di questa passione per un animale, di indubbia utilità, ma che non gode di buona stampa relativamente alla sua intelligenza (cosa che tuttavia la scienza ha confutato).
Ora tutti noi in famiglia sappiamo che si fa presto a dire gallina, ce ne sono un numero infinito di specie, e guardiamo con rispetto quelle presenti in casa, di peluche, beninteso.
Una considerazione simile, per questo negletto animale, ha manifestato Luigi Malerba, che ha elevato il pollaio a sublime allegoria della condizione umana; e le opere delle sue abitanti - femmine meditative, custodi di una tradizionale saggezza, ma anche aperte alla sperimentazione intellettuale - degne delle patrie lettere. Il gallo, ça va sans dire, non manifesta una mente così brillante, ricopre solo una necessaria funzione riproduttiva.
Il testo consiste in una serie di epigrammi, tre raccolte, precisamente, composte in tempi diversi; la forma letteraria perfetta secondo il parere autorevole dell'Enciclopedia Treccani
Per le sue caratteristiche è il genere letterario più adatto a delineare in pochi tratti una situazione o una vicenda che susciti una riflessione, o a ritrarre un personaggio particolare.
P.S. Mio nipote, specie dopo aver saputo del libro in questione, con grande signorilità, ha evitato il ve l'avevo detto. Ma, in compenso, ci affligge con sempre rinnovati tormentoni.

Sfogliando il libro

Una domenica mattina le galline uscirono dal pollaio in cerca di semi e vermetti. Una di loro andò fino alla conigliera e domandò a un coniglio se era domenica anche da loro. Il coniglio disse di sì e la gallina andò a comunicare la notizia alle compagne. Il gallo fece una espressione pensosa e disse: «Strano».

Una gallina astronoma disse che tutte le galassie dell'universo messe insieme non erano altro che nuvolette di polvere sollevate da una gallina che ruspa in un universo infinitamente più grande. «E allora che cosa c'è al di là delle galassie?» domandarono le compagne. «Se guardate bene si vede, laggiù in fondo, la zampa della gallina che ha sollevato le nuvolette di polvere».

Una gallina vagabonda si trovò per caso in mezzo a un grande trambusto di uomini e di cavalli, rischiò di venire calpestata, ma alla fine riuscì a scappare e andò a nascondersi sotto una siepe. Quando raccontò il fatto, le dissero che si era trovata in mezzo alla battaglia di Waterloo, dove era stato sconfitto Napoleone. La gallina vagabonda fu molto orgogliosa di essere stata testimone di un grande avvenimento storico.

Una gallina cercava di insegnare il teorema di Pitagora alle sue compagne, ma incontrava gravi difficoltà. Un giorno finalmente si mise al centro del pollaio e lo spiegò con parole nuove: «La gallina disegnata sulla ipotenusa di un triangolo rettangolo equivale alla somma delle galline disegnate sui due cateti». Da quel giorno il teorema di Pitagora entrò a far parte del patrimonio culturale del pollaio.

Un gallo con le idee molto confuse sperava che un giorno o l'altro sarebbe riuscito a fare le uova. Si metteva in un angolo del pollaio e restava lì delle ore ma, nonostante gli sforzi, non riusci mai a fare nemmeno un uovo. Non riusciva a capire perché mai le galline, che secondo lui erano le bestie più stupide del mondo, riuscivano a fare le uova e lui no.