La casa di carta
Avvertiamo subito che il libro non ha nulla a che fare con l'omonima, famosa, serie televisiva. Bluma Lennon, docente di Ispanistica all'Università di Cambridge, viene travolta e uccisa da un'auto mentre sta leggendo, assorta, una poesia di Emily Dickinson. Il professore incaricato di sostituirla riceve un libro a lei destinato, una restituzione a quanto sembra, La linea d'ombra di Conrad; il volume risulta piuttosto sciupato e reca tracce di cemento impastato e una dedica della stessa Bluma che fa presupporre una storia amorosa. Il libro esercita una potente suggestione sul ricevente che si ritrova, in preda ad una sorta di ossessione, ad intraprendere una ricerca per ritrovare il destinatario della dedica: Carlos Brauer, un celebre bibliofilo, preda dell'insana passione per le collezioni librarie, fuggito in un luogo remoto su una costiera sudamericana. Il ritrovamento dell'uomo svelerà al professore il misterioso segreto che lega Bluma e Carlos e il lettore si renderà conto del significato del titolo che ovviamente non sveleremo. Il volume, di poche pagine, è soprattutto un libro che parla di libri e della passione, spesso insana e ossessiva che questi oggetti, in fondo misteriosi e potenti, sono in grado di scatenare.

Sfogliando il libro
Nella primavera del 1998 Bluma Lennon comprò in una libreria di Soho una vecchia edizione delle poesie di Emily Dickinson e, arrivata alla seconda poesia, al primo incrocio, fu investita da un'automobile.
I libri cambiano il destino delle persone. Ci fu chi lesse I pirati della Malesia e divenne professore di letteratura in remote università. Demian condusse all'induismo decine di migliaia di giovani, Hemingway ne fece degli sportivi, Dumas mandò all'aria la vita di migliaia di donne, e non poche scamparono al suicidio grazie ai manuali di cucina. Bluma ne fu vittima.
Ma non fu l'unica. Il vecchio professore di lingue classiche Léonard Wood rimase emiplegico ricevendo sulla testa cinque volumi dell'Enciclopedia Britannica crollati insieme a un ripiano della sua libreria; il mio amico Richard si ruppe una gamba nel tentativo di raggiungere Assalonne, Assalonne! di William Faulkner che, mal collocato su uno scaffale, causò la sua caduta dalla scala. Un altro mio amico di Buenos Aires si ammalò di tubercolosi nei sotterranei di un archivio pubblico e conobbi un cane cileno che morì di indigestione dopo aver divorato I fratelli Karamazov in un pomeriggio di furia.
Ogni volta che mi vedeva leggere a letto, mia nonna mi diceva: «Smettila, che i libri sono pericolosi». Per anni fui convinto della sua ignoranza, ma il tempo ha dimostrato l'assennatezza della mia nonna tedesca.