La biblioteca della sfinge

22.02.2025

L'ho atteso, con desiderio, ansia, trepidazione, come una donna innamorata al primo appuntamento. Non è esagerazione, è ben noto che i lettori appassionati sono avvinti ai libri da un legame erotico - nel senso più elevato del termine - di attrazione e attaccamento. Qui siamo fra persone che conoscono bene la smania irrefrenabile di possedere un libro: lo si è visto, ed è scattato immediatamente il colpo di fulmine, seguito dal desiderio del possesso, che deve essere realizzato il più rapidamente possibile.
Avevo avuto notizia della sua uscita circa due settimane prima, e da allora ha preso il via il conto alla rovescia, un "blasfemo" calendario dell'avvento, un po' come la "stecca" per segnare i giorni mancanti all' "alba". Poi appena è stato possibile il pre-ordine su un sito che garantisce la rapidità di consegna. E finalmente, un giorno dopo l'uscita ufficiale, il trillo del corriere con l'agognato pacchetto, ed io fremente
le belle forme disciogliea dai veli,* vabbe' tiravo via l'apposita linguetta per aprire la busta (ogni tanto mi faccio prendere la mano).
Ed eccolo emergere dall'imballaggio di umile cartone, nella sua raffinata e sobria eleganza, un volume compatto e maneggevole, rivestito di una sovracoperta di consistente carta ruvida, di un color rosso bordò, recante la riproduzione incollata di una donna che legge**; il dorso color carta da pacchi con la scritta in un riquadro dello stesso colore della copertina. Ma soprattutto, all'apertura, quell'effluvio composito, di carta, inchiostro e colla, che tanti bibliofili manda in visibilio.
Mio finalmente! Fra le dita un possesso sensuale, ma anche una promessa di delizie intellettuali. Sì, perché la bellezza esteriore non basta, l'oggetto d'amore deve essere bello "dentro"; dalle sue pagine fitte di segni misteriosi, da decodificare - con gli occhi e con la mente - devono scaturire, come da una fonte incantata, interi mondi: pensieri, reminiscenze, legami, lacrime e risate, amori e rabbie, rivelazioni, avventure di viaggi in terre lontane, reali e sognate e, sempre, sfide per la mente.
Questo libro fa tutto questo. È una sfida, per la mente e per la memoria, che prende la forma di un cimento antico e simbolico, cui il titolo allude: si tratta infatti di brevi, enigmatiche biografie che rimandano a scrittori famosi, che dobbiamo riconoscere attraverso sapienti indizi. Le soluzioni si trovano a fine volume, è d'uopo munirsi di tagliacarte, per dissuggellare le pagine rivelatrici. Io non l'ho ancora fatto, sono circa a metà pagine.
La bellezza interiore di questo prezioso volume, tuttavia, non si esaurisce qui; come si dice, anche l'occhio vuole la sua parte, e la ottiene contemplando le bellissime riproduzioni d'arte, relative alla lettura, che lo impreziosiscono.
Infine, da buona figlia di una città parsimoniosa, farò cenno, prosaicamente, al prezzo: 40 euro con sconto del 5% online. Che devo dire, è tempo di tredicesime, e poi, rinunciando a due effimeri bestseller, possiamo portarci a casa un piccolo tesoro.

* Dall'aria Lucean le stelle Tosca Giacomo Puccini
** Nakamura Daizaburō, Lettura, 1936. Tokio, Università delle Arti.

Sfogliando il libro

Ostriche e champagne

I medici non amano essere visitati da altri medici... e poi, cosa potevano dirgli che già non sapesse?
Ma la notte del 2 luglio - un caldo terribile stagnava su tutta l'Europa - chiese alla moglie di chiamare un medico.
Da qualche giorno si erano trasferiti all'albergo Sommer di Badenweiler.
Quando il dottor Schwörer arrivò, lo informò con sobrietà: «Ich sterbe», io muoio.
Schwörer gli fece un'iniezione di canfora e ordinò al cameriere di correre in ospedale, a prendere una bottiglia di ossigeno; ma il malato intervenne: «È inutile. Quando arriverà, sarò già morto».
Così, invece di una bottiglia di ossigeno, al cameriere fu chiesto di portarne una di champagne.
Gli tesero il bicchiere. Constatò: «È da molto che non ne bevevo».
Vuotato il bicchiere, si girò su un fianco.
Un istante dopo non respirava più.
Quando il suo corpo arrivò a Mosca su un vagone verde refrigerato che portava la scritta "Ostriche" perché di solito era adibita al trasporto di quella mercanzia, assai amata dai moscoviti, sul marciapiede della stazione una banda militare stava eseguendo una marcia funebre.
Quelli che erano andati ad accoglierlo si accordavano alla banda, credendo che suonasse in suo onore; invece suonava in onore del generale Keller, morto in Manciuria. Accorgendosi di avere scelto il funerale sbagliato, gli amici e gli ammiratori dello scrittore raggiunsero di corsa quello giusto, che già si stava allontanando.
Ancora una volta, tutto era andato per il meglio: nessuna enfasi e, come nelle sue commedie e nei suoi racconti, non era mancato un tratto umoristico.
Chi è?