Il magnifico Spilsbury

E' la storia vera - meticolosamente raccontata sulla scorta di documenti storici – di tre giovani donne, morte subito dopo il matrimonio, per annegamento nella vasca da bagno.
Sembrerebbero banali incidenti domestici, ma qualcosa non quadra. Le tre ragazze, Bessie Mundy, Alice Burnham e Margaret Lofty hanno qualcosa in comune: nubili e romantiche, sognano di trovar marito.; tutte hanno incontrato uno sconosciuto, simpatico e loquace, e lo hanno sposato. Ed è proprio scavando nella vita privata di queste donne che si arriverà al colpevole.
Il caso, delle "spose nella vasca da bagno", viene affidato ad un giovane patologo forense Bernard Spilsbury (1877 –1947) che si occupò di moltissimi casi di omicidio dell'epoca conseguendo fama, notorietà e apprezzamento professionale, grazie alla sua abilità ed ai mezzi innovativi da lui utilizzati. Sono i primi tentativi, ancora rudimentali, di applicare metodi scientifici alle indagini, Spilsbury, carismatico e sicuro di sé, ne è un convinto sostenitore. Siamo all'inizio del primo conflitto mondiale, ma il pubblico, nonostante la paura dei minacciosi Zeppelin, segue con spasmodica attenzione questo caso avvincente, forse anche per non pensare, almeno per un po', all'incubo della guerra.
Una lettura interessantissima, che unisce alla narrazione accattivante della vicenda, la documentazione storica e di costume. Le anticipazioni non pregiudicano il piacere del lettore perché non si tratta di "un giallo canonico", non la ricerca di un colpevole, ma i metodi per condurla, scientificamente.
Sfogliando il libro
Inghilterra, 1910. Bessie Mundy ha trentatré anni, vive sola e sembra non avere più alcuna prospettiva di sposarsi. Fa la dama di compagnia ed è economicamente indipendente dalla famiglia, che resta assai sorpresa quando, di punto in bianco, Bessie annuncia di voler sposare un uomo appena conosciuto. Il matrimonio avviene in tutta fretta e lo sposo sollecita la donna a farsi consegnare la quota che le spetta dell'eredità paterna. Con una parte del denaro la coppia affitta una casa all'8o di High Street, a Herne Bay, e vi fa installare una moderna vasca da bagno. Dopo pochi giorni Bessie viene trovata annegata in quella vasca nuova di zecca. Vicino al cadavere non c'è nessuna traccia di lotta e il medico conclude che la donna è rimasta vittima di un attacco epilettico. Il marito organizza un funerale al risparmio, seppellisce Bessie in una fossa comune e quindi scompare. Un anno dopo, più o meno la stessa sorte tocca a una infermiera nubile di nome Alice Burnham. Il copione si ripete: una donna non più giovane, non particolarmente bella, non particolarmente ricca, decide improvvisamente di sposarsi, chiede alla famiglia di liquidarle tutti i suoi averi, si reca con il neosposo in una stazione balneare inglese, affitta una stanza con una vasca da bagno e muore annegata. L'anno successivo è la volta di Margaret Lofty. Cinque anni dopo l'ispettore Arthur Neil sospetta la possibilità di un collegamento tra i due ultimi casi e, indagando, riesce a individuare un presunto colpevole, un uomo che, sotto diverse identità, ha sposato prima Alice e poi Margaret. Nel giro di pochi giorni gli viene attribuita anche la morte di Bessie. In una Londra minacciata dalle bombe degli Zeppelin, il processo riesce a guadagnarsi le prime pagine dei giornali e a catturare per giorni l'attenzione dell'opinione pubblica anche per merito di un personaggio che fa il suo primo ingresso nei tribunali dell'epoca: il patologo forense. Con i casi delle spose annegate nella vasca da bagno, il patologo diventa per la prima volta figura centrale per valutare l'innocenza o la colpevolezza di un imputato e ruba la scena al Principe del foro. Bernard Spilsbury è un patologo di grande esperienza e di numerosi pregi: è alto oltre il metro e ottanta, è molto elegante, ha lineamenti raffinati, una parlantina sciolta e un mento volitivo. E soprattutto conosce il suo mestiere. Spilsbury è dedito in maniera quasi ossessiva alla professione e sacrifica ogni momento della sua giornata al difficile compito di sezionare e analizzare i cadaveri. Usando seghe, martelli, esperimenti scientifici e una vasta conoscenza dei veleni, diventa un beniamino dei giornali dell'epoca meritandosi presto il titolo di: «padre della medicina legale moderna», «perfetto prototipo del detective della narrativa moderna». E viene applaudito come il vero «Sherlock Holmes».
