Il diavolo, sicuramente

16.03.2025

Gran parte degli autori che hanno scritto le loro opere tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento sono oggi del tutto ingiustamente dimenticati. Chi legge ancora Carlo Dossi, Guido Gozzano e perfino Italo Svevo? Chi si ricorda anche solo il nome di Olindo Guerrini, di Yorick, di quel simpatico umorista che fu Ernesto Ragazzoni? Chi proporrebbe a un figlio la lettura di un classico dell'avventura scritto da Emilio Salgari? Oggi il vostro amabile Tarlo vi propone di scaricare liberamente da internet (e poi leggere) un saggio pubblicato per la prima volta proprio in quegli anni, nel 1889, e che ha come oggetto un personaggio tra i più affascinanti: il Diavolo. L'autore è Arturo Graf, poeta e saggista, ai tempi famosissimo, e autore, tra l'altro, di Miti, leggende e superstizioni del medioevo e della Leggenda del paradiso terrestre. Chi desidera ulteriori notizie su di lui può consultare il Dizionario Biografico degli Italiani, meritoriamente messo a disposizione di tutti dalla Treccani:

 https://www.treccani.it/enciclopedia/arturo-graf_(Dizionario-Biografico)/

Arturo Graf dedica Il diavolo a Edmondo De Amicis: Questo libro lo dedico a te, che fosti soldato e non hai paura dei brutti musi. Non è, a dir proprio, una storia ordinata e compiuta del diavolo, perché non credo si possa fare di tale storia un libro popolare; e un libro popolare appunto intesi far io, un libro cioè che si potesse leggere senza fatica, ma forse non senza qualche gusto, da chiunque non faccia profession di erudito. Perciò mi sono studiato di ritrarre il diavolo nelle sue svariate sembianze, e nei casi e nelle operazioni più notabili di quella lunga, affaccendata e rimescolata sua vita. […] Qualcuno potrebbe dirmi: perché hai tu scritto di un vano fantasma? perché non piuttosto di cose vive e reali? e confesso che questa medesima domanda fec'io più d'una volta a me stesso. Ricordo giorni in cui rimasi come sgomento in pensare che il diavolo, il formidabile re dell'abisso, la cagione di tante cadute, di tanti dolori, di tanti terrori, l'oggetto di tanti ragionamenti, di tante dispute, di tante dottrine, colui per cui furono versati fiumi di sangue e d'inchiostro, non esiste, non è esistito mai, più inconsistente della nebbia, più vano dell'ombra. E mi parve doloroso e stolto far di quel nulla un libro. Ma poco duravo in quei pensieri, e di non esserci durato mi applaudo. Chi segna il limite che separa la vita dalla morte, il reale dal non reale? Terribile, incoercibile è la forza delle cose che non sono, e molti fra i più poderosi fattori della storia della umanità non sono tra le cose reali, non furono, non saranno mai. Satana fu un sogno; ma un sogno che rapì nei caliginosi avvolgimenti suoi le generazioni ed i secoli. 

I capitoli del libro delineano tutti i multiformi aspetti di "colui che si mette di traverso": 

 I. Origine e formazione del diavolo.

II. La persona del diavolo.  

III. Numero, sedi, qualità, ordini, gerarchia, scienza e potenza dei diavoli.  

IV. Il diavolo tentatore.  

V. Burle, truffe, soprusi, angherie e violenze del diavolo. 

VI. L'infestazione diabolica.  

VII. Amori e figli del diavolo.  

VIII. I patti col diavolo. 

IX. La magia. 

X. L'inferno.  

XI. Ancora l'inferno. 

XII. Le disfatte del diavolo.  

XIII. Seguitano le disfatte del diavolo.  

XIV.  Il diavolo ridicolo e il diavolo dabbene. 

XV. La fine del diavolo. 

 Come vedete ce n'è per tutti i gusti. Vi propongo un paio di storie tratte dal libro, lasciando a chi lo desidera di scoprirne cento altre: 

 C'era un eremita che menava vita austerissima e aveva grande riputazione di santità. Un giorno gli capita innanzi il diavolo in sembianza di un uom dabbene e gli dice: "Voi vivete così solo; perché non togliete con voi un gallo che vi serva di compagnia e vi faccia la mattina levare a tempo?" Il povero eremita ricusa da prima, poi esita, ma finalmente segue il consiglio e toglie il gallo. Che sarà? Un gallo non è mica il diavolo. Ma il gallo a star solo s'annoia, smagrisce di giorno in giorno. Allora l'eremita, per sentimento di carità, gli provvede una gallina. Non l'avesse mai fatto! La vista di certi spettacoli ridesta nell'animo suo ardori antichi e che egli certamente credeva spenti per sempre. Si innamora della figlia di un gentiluomo del vicinato assai giovane e bella, e pecca con lei; poi per celar la sua colpa e sottrarsi alla vendetta dei parenti uccide la giovane e la nasconde sotto il letto. Ma si scopre il misfatto e il colpevole è condannato all'ultimo supplizio. Salendo il patibolo egli esclama: "Ecco a che termine m'ha condotto un gallo! 

 Si narra di un monaco Erone che da cinquant'anni menava nel deserto austerissima vita, per modo che nemmeno il giorno di Pasqua allentava il rigore delle astinenze. Un giorno il diavolo gli appare in figura d'angelo e gl'impone di gettarsi capofitto in un pozzo, ciò ch'egli fa senza indugio fermo nella opinione che ne uscirà illeso e che sarà questa una grande e irrefragabile prova della sua santità e della grazia divina. Altri monaci riescono con grande fatica a trarnelo fuori ed egli in capo di tre giorni si muore. Altro esempio. Guiberto di Nogent (m. 1124) racconta la storia di un giovane che aveva peccato con una donna e che pentito se n'era andato in pellegrinaggio a San Giacomo di Gallizia. Un bel giorno gli apparve il diavolo sotto le sembianze del santo e gl'impose per penitenza di tagliarsi prima ciò che il discreto lettore vorrà indovinare senza ch'io il dica, e poi la gola. Obbedì l'incauto giovane, e sarebbe andato senza remissione in inferno, se la beata Vergine non l'avesse in buon punto risuscitato. Tornò vivo, ma non riebbe più ciò che s'era tolto con le proprie sue mani. 

Comunque, state attenti a non dipingere il diavolo più brutto di quanto sia: 

 È nota la storia, narrata da molti nel medio evo, di quel pittore, che avendo dipinto un diavolo più brutto assai dell'onesto, fu da esso diavolo precipitato dal palco su cui lavorava. Buon per lui che una Madonna, da lui figurata bellissima, sporse il braccio fuor del dipinto, e lo sostenne, a mezz'aria. 

 Per chi non può fare a meno della versione cartacea, molti editori hanno approfittato del fatto che il libro ha un titolo accattivante ed è ormai libero da diritti d'autore e lo hanno ripubblicato, per cui è facilmente reperibile sia nelle biblioteche pubbliche che nelle librerie. Per chi invece apprezza le versioni elettroniche, Il diavolo si può scaricare qui:                            

https://archive.org/details/ildiavolograf00grafuoft/mode/2up 

mentre chi si appassionasse di Graf, può trovare qui l'opera quasi completa:

 https://liberliber.it/autori/autori-g/arturo-graf/