Filosofi in libertà

16.02.2025

Giocare con la cultura senza timore di sbeffeggiare i mostri sacri, il modo più intelligente (e divertente) di farla nostra. Una grande lezione da un grande intellettuale che non finiamo di rimpiangere.
Filosofi in libertà, pubblicato nel 1958, con lo pseudonimo joyciano Dedalus, da un ventiseienne Umberto Eco, è stato ripubblicato in occasione dei suoi 90 anni; un esempio, secondo la sua stessa definizione, di saggistica leggera. Un prontuario di storia della filosofia in forma di filastrocca. Ai testi si accompagnano ironiche vignette dell'autore. Ai filosofi seguono anche gli Scrittori in libertà. Questo testo è presente anche in Il secondo diario minimo. Vediamo qualche esempio.

I presocratici
Nei dì che gli Argivi
vivevan beati
correndo giulivi
per boschi e per prati,
alcuni messeri
con tono profondo
chiesero seri:
"Di che è fatto il mondo?"
Aristotele
Stagirita Aristotele, ricordi
le passeggiate del buon tempo antico
per l'agorà, per il Liceo, ricordi
quella vecchia Accademia che non dico?
quella vecchia Accademia di una gloria
già divulgata per il vasto mondo...
Renato Cartesio
Renato Cartesio
filosofo strano
un piano vanesio
un dì concepì;
negate man mano
le cose già ammesse
soltanto concesse:
"Se penso, son qui".
Immanuel Kant
Venghino venghino, cari signori,
nel baraccone d'Immanuello
dove la sintesi fatta a priori
spiega a puntino quel machiavello
onde dei dati confusi e sparsi
sotto una forma chiara e compiuta
vengono placidi a radunarsi
per far la cosa ben conosciuta!
Venghino! Un tallero vi fo pagare,
entrino e tocchino senza paura
questo volume chiaro e esemplare
dove si critica la Ragion Pura!

Trattare Kant come un imbonitore da fiera è il massimo dell'irriverenza: meraviglioso! Umberto Eco era poco più di un ragazzo quando scrisse questi versi, ma nel tempo non ha mai perso la voglia di giocare ed è rimasto sempre giovane. Un ottimo esempio da seguire.