Del furore d'aver libri

Leggere attentamente le istruzioni Il testo contiene disposti , "per via d'alfabeto" (non dirò mai più ordine alfabetico) notazioni su piccoli accessori dei libri di un tempo, borchie, bottoni, ed altro; avvertenze e consigli per la conservazione e la minuta riparazione di danni ai volumi. Tali avvertenze non sono più di alcuna utilità per noi, ma il testo ha un valore documentale sulla morfologia dei libri di un tempo, e un altro, grande, durevole pregio: quello del linguaggio, che pur risentendo degli stilemi del periodo storico di provenienza, risulta di grande piacevolezza, per la sua eleganza e chiarezza, oltre beninteso per il suo fascino rétro. Qualche assaggio in Sfogliando il libro.
Sfogliando il libro
ASSENZIO. Erba amarissima, posta da alcuni in principio e in fine de' Libri, supponendola un gran preservativo da' tarli; ma, a mio parere, quasi del tutto inutile a tale effetto: mentre se i tarli sono così avveduti e ingegnosi che traforano alle volte gl'interi grossi Volumi solamente negli spazj interlineari, schivando la tenue amarezza dello stampato, quanto più sapranno evitare alcune foglie di quell'amarissima erba in due soli luoghi riposte? Oltre di che, aprendosi i Libri, cadono per lo più le dette foglie, e, imbrattando prima le Librerie, si perdono." Ma ci sono anche altri pericoli per i nostri preziosi volumi.
CANI. Convien bandirli affatto dalle Librerie, atteso il loro istinto d'alzar la gamba nell'orinare; principalmente dove le scanzìe sono quasi fino in terra; essendo a' Libri perniciosissima la loro orina.
INSETTI. Tenendo i Libri aperti, restano esposti all'infestazione, e alle ingiurie di varj insetti, e principalmente delle sporche e insolenti mosche, che alle volte ricamano tutti i frontispicj di essi co' loro escrementi; alcuni de' quali facilmente si levano: altri riescono indelebili. I Naturalisti sapranno addurre di ciò la ragione.
FIORI. Alcuni nel leggere van riponendo foglie di varj fiori qua e là ne' Libri, i quali perciò restano macchiati senza rimedio.
LOGORARE. Nel viaggiar co' Libri, o nel mandar questi lontano per terra, convien bene allogarli, strignerli e ripararli, altrimenti sbattendosi nelle casse, e ne' bauli non ben riempiuti, e in essi non ben pressi, e stivati, si lacerano e logorano miserabilmente.
MANI. Si non lotis manibus manducare, come dice il Signore (Matth. 15, 20) non coinquinat hominem; maneggiando però i Libri con lorde mani, vengono essi ad isporcarsi. E pure non mancano di coloro che non s'astengono di trattarne alcuni anche pregevolissimi con mani molto imbrattate, con gran pregiudicio, e deterioramento loro. S. Bonaventura volea che i suoi Frati voltassero le carte de' Libri Corali, ch'erano allora scritti per lo più in membrana, e ornati di miniature con oro frammischiate, con istecche d'avorio, per preservarli dall'untume, e dal sudor delle mani. La Venerabile Orsola Benincasa Teatina solea lavarsi le verginali sue mani prima d'adoprare i Libri Sacri.
NASO. Tutti i leggitori, massime di Libri scelti, rari, e preziosi dovrebbero essere, come per altro metaforicamente diceano gli antichi Latini, Emunctæ naris;ma succede bene spesso che senza alcun riguardo si lascian certuni cader dal naso su Libri acquose goccie, di tabacco, e di sangue, imbrattando colle seconde e terze i Volumi di macchie indelebili, potendosi le prime levare a guisa dell'acqua sulle carte marcita, come si può vedere nel paragrafo LAVARE.
ORINA. Di cani, di gatti, e di sorci è pestilenziale pe' Libri, e nondimeno spesso vengono da essa infestati. Chi poi avrebbe potuto pensare di dover nominare anche quella degli uomini? e pure conviene accennarla; mentre si son trovati alcuni così svergognati, che, tenendosi in capo di certa gran Sala, ornata d'una Pubblica Libreria, tratto tratto erudite Accademie, dall'altro canto l'hanno depositata sulle stesse scanzìe de' Libri, o tempora! o mores! cosicché si è risoluto anche perciò di mutar luogo alle dette Accademie. Ma non è ciò gran maraviglia, mentre da' poco timorati di Dio si orina anche sovra i Sagrati, e su le pareti, e su le porte de' Templi alla Divina Maestà consagrati, con nausea fin degli stessi Turchi, un de' quali in celebre piazza d'una gran Metropoli schiaffeggiò sonoramente un Cherico, avendolo veduto ciò praticare; praticare; con approvazione comune. Vedi il Libro intitolato, l'Ossequio dovuto a' Sacri Templi del Giupponi.
Dal volume anche i seguenti cenni biografici dell'autore.
Gaetano Volpi è stato un religioso, editore e scrittore italiano, figura storica dell'editoria. Operò a Padova nella prima metà del Settecento, con passione da bibliofilo, sia come libraio sia e soprattutto come editore, nel senso moderno del termine. Al contrario di altre significative figure del tempo, infatti, Gaetano Volpi non era uno stampatore trasformatosi gradualmente in editore, ma un vero e proprio committente. Operò in collaborazione col fratello Giovanni Antonio e con un noto tipografo dell'epoca, Giuseppe Comino, producendo opere da collocare sul mercato, apprezzate oltre che per l'eleganza della stampa, per la correttezza dei testi, pregio quest'ultimo attribuito soprattutto all'opera dei fratelli Volpi.