Bestiario d'amore (3)

Parte terza
E tanto basti a buon intenditore.
Così si chiude l'epistola della dama in risposta all'elaborato e dotto corteggiamento del suo innamorato. Chiaro no?
Ma per arrivare a questa lapidaria conclusione, la bella, che non manca d'ingegno, d'arguzia, d'eloquenza, ma soprattutto di prudenza, ha ripercorso tutti gli argomenti dell'accorata supplica dell'amante (inteso come participio presente) rintuzzandoli ad uno ad uno, mostrandone debolezze e contraddizioni.
Tutta la complessa e articolata controargomentazione, a carattere difensivo, è un'interessante testimonianza dei rischi delle donne in campo sentimentale: è bene che esse diffidino e valutino con prudenza gli approcci amorosi, spesso non sinceri, per preservare onore e dignità. L'anonima dama è tutt'altro che sprovveduta e non si lascia incantare, rispondendo per le rime, come si dice. Un bel duello dialettico in punta di fioretto. D'altronde quello era il tempo delle disputationes pubbliche (per chi vuole saperne di più:
it.m.wikipedia.org/wiki/Disputatio
Richard de Fournival era un intellettuale che già prefigurava gli ideali educativi dell'Umanesimo e del Rinascimento: poeta e letterato, ma anche cultore di filosofia, di scienza, di matematica, astrologia, di alchimia. Disputare con un tale erudito non doveva essere facile. Se ne deduce che la dama non dovesse mancare di strumenti culturali.
Ma poiché non viene fatto il nome della destinataria, e nell'introduzione non si fa cenno ad ipotesi sulla sua identità, sorge il dubbio che tutta l'opera sia in realtà di un unico autore. Non era infrequente, infatti, che gli esercizi di logica e di retorica assegnassero allo studente il compito di sostenere due tesi contrapposte, ciò che facevano peraltro anche i Sofisti.
In questo caso l'opera assumerebbe tutt'altro significato, non si tratterebbe di un componimento amoroso, ma filosofico-educativo. L'amante e l'amata ammettono, in vari passaggi, che con le parole non è possibile dimostrare l'autenticità del sentimento, il falso amante si serve delle stesse parole di quello vero. Quindi l'uomo sincero non può sperare di essere creduto, e la donna deve necessariamente essere diffidente.
Le cose non sono cambiate: signore e ragazze, state in campana!
