Bestiario d'amore (1)

Parte prima
Cercando canzoni di Vinicio Capossela mi sono imbattuta in un suo originale album (come del resto tutti) dal titolo Bestiario d'amore. La scoperta che era stato ispirato da un testo medievale, e l'ordine del libro sono stati pressoché simultanei.
Un acquisto davvero felice!
L'autore, è Richard de Fournival, letterato e scienziato della prima metà del '200 che, per conquistare la dama di cui è innamorato, anziché servirsi, come di norma, di componimenti poetici, le offre un trattato "scientifico", un bestiario, un genere piuttosto comune all'epoca. Tuttavia l'originalità di quest'opera sta nel fatto che la descrizione delle caratteristiche e dei comportamenti dei vari animali vengono assimilati a quelli delle donne e degli uomini in amore. Ne risulta una supplica accorata e dolente alla donna amata, ma redatta nel linguaggio di quella che era la scienza del tempo, piuttosto fantasiosa per così dire. Il contrasto fra i due registri espressivi produce un effetto vagamente parodistico, non privo di ironia. Il volume contiene anche la risposta della dama, che non commenterò perché… non ci sono ancora arrivata. Ne darò notizia nelle note.
Quest'opera fa parte della collana Biblioteca medievale della Carocci, casa editrice che produce testi destinati all'Università. Contiene quindi una dotta introduzione del curatore e un buon corredo di note - che si possono anche saltare senza rimorso - e, ça va sans dire, è dotata di testo a fronte, cosa che per chi conosce il francese è invece interessante, perché permette di constatare l'evoluzione della lingua.
Detto questo, non si creda che si tratti di un testo impegnativo, al contrario, grazie all'ottima traduzione, risulta di piacevolissima lettura, anche nell'aspetto "scientifico" che, come ho detto, è piuttosto immaginoso e divertente per i lettori di oggi. Ma in questo libro c'è dell'altro, lo vedremo nella prossima recensione. (continua)
Sfogliando il libro
E ora vi mostrerò in che modo questo scritto contenga imma- gini [...] Riguarda infatti la natura di bestie e di uccelli che si possono conoscere meglio per mezzo di immagini che di descrizioni.[...]
Come si racconta della natura del gallo: quando il gallo canta di notte, più vicina è la sera o il mattino più spesso canta; e quanto più ci si approssima alla mezzanotte, tanto più forte esso canta e tanto più amplifica la sua voce.
La sera e il mattino, che possiedono la natura del giorno e della notte mescolate insieme, significano l'amore del quale non si spera né si dispera interamente, e la mezzanotte significa l'amore del tutto disperato. E quindi, dal momento che io non ho ormai più la minima speranza di ottenere la vostra benevolenza, è come se fosse mezzanotte; e quando ne avevo ancora una qualche speranza, era come se fosse sera: perciò cantai più spesso, e ora è necessario che lo faccia con maggior forza.
E la ragione per cui il disperato possiede una voce più forte si rova, credo, nell'animale che, fra tutti quanti, mette più nergia nel ragliare e che ha la voce più sgradevole e spaventosa, ossia l'asino selvaggio.
