Astral weeks

18.02.2025

Van Morrison, prima di intraprendere la carriera da solista che, a quasi 80 anni, lo vede ancora passare da un palco all'altro, aveva costituito un gruppo musicale, i Them, la cui ossatura era di derivazione irlandese, di Belfast. Con i Them, intorno ai 20 anni, compose Gloria e Brown Eyed Girl (tuttora la mia suoneria del telefono) dimostrando così come i giovani non devono per forza essere esperti per esprimersi al meglio, anzi. Gloria diventerà una delle canzoni che musicisti e cantanti di ogni genere utilizzeranno come cover nei loro dischi.

Quando nel 1967 il produttore di Van Morrison, Bert Sterns, morì il musicista irlandese che, nel frattempo si era trasferito a New York, vide peggiorare il suo stato di prostrazione: oltre all'alcool e alla droga, c'era in lui anche la sensazione di essere abbandonato a sé stesso, senza più una guida. Eppure, abbastanza misteriosamente, l'anno dopo, quando aveva 23 anni, uscì il suo secondo disco da solista, Astral Weeks, che ebbe immediatamente un grande tributo da parte della critica, ma poca attenzione da parte del pubblico. Diciamolo subito: questo è un disco straordinario che invito tutti ad ascoltare. Qualcuno dirà (è già stato detto) che è un po' difficilotto, un po' troppo mistico e, forse, non per tutti. La verità è che questo disco non è difficilotto, è profondo; non è un po' troppo mistico, è forse spirituale se è vero (e per me è vero) che l'anima dell'artista viene allo scoperto. Non è un disco per tutti? Può darsi ma chi sostiene questa tesi o non lo ha mai ascoltato per intero e non ha mai visto i testi, oppure non ritiene che la musica debba offrire la possibilità di scoprire cose nuove, mondi diversi.

Questo disco, ha detto qualcuno, è un capolavoro di equilibrio nel quale, più che in altre occasioni, c'è una fusione tra jazz, folk, blues e persino musica da camera. Un disco, insomma, che conferma come la musica sia senza barriere e l'unica barriera è tra musica buona e tutto il resto. Resto sempre stupito quando ascolto Astral Weeks: lo stupore è per i 23 anni, per le circostanze che lo hanno influenzato e per lo spessore della musica e delle parole. Aggiungo che Astral Weeks è sempre ai primi posti dei più bei dischi di sempre e che, con il passare degli anni, la considerazione è sempre in crescita. Il successo, come dicevo, non arrivò con questo album: la consacrazione per Van Morrison fu con l'album Moondance del 1970 e, da lì in avanti, niente fu più come prima. Quest'anno Van Morrison compie 80 anni, è sempre più introverso e spesso anche lunatico ma quando comincia a suonare e cantare questi difetti diventano dettagli. Se qualcuno volesse approfondire la sua musica non c'è che l'imbarazzo della scelta, vista l'immensa discografia. Un altro suggerimento che mi sento di dare é l'ascolto della colonna sonora di un bellissimo film – Belfast – di Kenneth Branagh – che contiene una playlist di alcune delle più belle canzoni di Van Morrison. 

George Ivan Morrison (1945)

Astral Weeks (Warner Bros. Records) (1 novembre 1968) 46:05 min

  1. Astral Weeks 7:00  

  2. Beside You. 5:10

  3. Sweet Thing 4:10

  4. Cyprus avenue 6:50

  5. The Way Young Lovers Do 3:10

  6. Madame George 9:25

  7. Ballerina 7:00

  8. Slim Slow Slider 3:20